Davide rimase colpito dall’intraprendenza di
Laura. I due si fecero compagnia per il viaggio di ritorno
scambiandosi anche i numeri del cellulare. Lui ebbe da subito
l’impressione di conoscerla da sempre. Una ragazza solare, sempre
col sorriso sulle labbra, ironica e soprattutto volta alla
comunicazione, tanto quanto non lo fosse Davide. Quest’ultimo,
tornato a casa, non era in sé nel vivere l’entusiasmo del primo
giorno della sua nuova vita. Nel pomeriggio fu raggiunto poi da
Enrico, il suo migliore amico, che invece aveva deciso di
allontanarsi per un po’ dagli studi per dedicarsi al giornale del
paese, su cui scriveva già da qualche anno. Insieme avevano
trascorso gli anni del liceo ed erano diventati inseparabili.
- E quindi hai incontrato Laura Perone?!? Oh
mamma il mondo è proprio piccolo! – esclamò Enrico seduto alla
scrivania della camera di Davide sgranocchiando una carota
offertagli dalla madre di questi
- Pensa che io non ho nemmeno ben presente chi
sia, cioè ricordo solo di averla intravista qualche volta nei
corridoi!
- Amico mio, ma dove vivi? Laura è stata la
migliore amica di Anna, che a sua volta era amica di Ilaria, quella
insopportabile di classe nostra. Regina mi raccontò che Anna, dopo
aver litigato con Ilaria, si legò a Laura e da lì in poi Ilaria ha
sempre schiattato di gelosia come manco i pomodori compressi in un
barattolo di cartone!
- Enrico!!! – esclamò Davide accennando un
sorriso mentre con il telecomando girava e rigirava i canali alla
televisione
- Si?!?
- Sei diabolico, sei peggio di quelle pettegole
zitelle sedute in piazza!
- Non è colpa mia! Cioè che ci posso fare se la
gente mi racconta?
- Ah si, come se a te dispiacesse! Comunque
stasera gioca il Napoli, che fai resti a cena da me?
- Assolutamente no! Stasera ho la puntata
imperdibile di Sam&Colby. Stasera Colby scoprirà che
Sam è innamorata di Petey!
- Non voglio che mi anticipi nulla. Zitto. Tanto
io non lo vedrò e poi non capisco che sfizio ci trovi a sapere già
cosa succede in anticipo.
- Semplice: spero sempre nel miracolo e che Sam e
Colby riescano a capire che sono fatti l’uno per l’altro, sono
due anime gemelle! Io invece non capisco perché non vuoi che te ne
parli ogni volta se tanto non lo vedi più … – i toni di Enrico
si fecero poi più seri - A proposito, oggi ho sentito Caterina,
perché non le mandi un messaggio? Mi chiede sempre di te, da prima
dell’estate. Ci è rimasta male che l’altro giorno non c’eri
nemmeno alla sua festa di compleanno, ci sei sempre stato, c'erano
tutti e tu no, e quest'anno nemmeno un messaggino.
Il viso di Davide impallidì d’un tratto. Lui e
Caterina avevano condiviso gli anni dell'adolescenza, con Enrico ai
tempi del liceo si era instaurata un'amicizia forte e lei era stata
fondamentale per lui. Caterina però si era allontanata molto dai due
dopo aver conosciuto il suo nuovo amore e questo Davide non era mai
riuscito a perdonarglielo, soprattutto dopo aver capito che stava
innamorandosi di lei.
- Ne abbiamo parlato tante volte, Henry! Caterina
è come una calamita per me, una calamita sempre più pericolosa ad
ogni passo che faccio e che mi avvicini a lei.
- Non esiste una sola forma d’amore. Si può
vivere una persona pur amandola sotto altre forme. Stai sbagliando a
precluderti un rapporto con lei e te ne accorgerai. – gli ribatté
Enrico
- Non credo, per una volta nella mia vita sto
provando solo ad essere egoista e a mettere al primo posto ciò che
può rendere sereno me! Io devo dimenticarla e l’unico modo che ho
è questo.
- Se è quello che vuoi, ma così facendo anche
lei dimenticherà te, anche come amico, e allora sarà troppo tardi
perché significherà che l’hai persa sotto ogni fronte. Ma faccio
come vuoi, non te ne parlerò più, volevo solo farti presente che
non approvo il modo in cui hai deciso di reagire, tutto qui!
Enrico lasciò così Davide assorto in
quell’insopportabile dubbio, quel costante pensiero di Caterina che
a sprazzi ritornava nella sua mente per assalirlo bruscamente.
Intanto quest’ultima era da sola a casa con lo stereo al massimo
volume intenta a prepararsi per la serata. Si guardava allo specchio
disegnando con gli occhi ogni forma del proprio corpo mentre con la
matita ricalcava le proprie labbra per poi affondarle nel suo
affezionato rossetto alla fragola. Fece attenzione nel curare
minuziosamente ogni piccolo particolare, soddisfatta del vestitino
corto che non le nascondeva le forme e del profumo regalatole da
Enrico per il suo compleanno. Intanto canticchiava ridefinendo
l’acconciatura.
- <Run, Run, Run, Run, everybody move run,
lemme see you move and rock it til the grooves done>. Oh
cacchio sono già le nove. Telefono, dov’è il telefono?!? Calma
Caterina, calma! Spegniamo la musica, cerchiamo il telefono.
Quella sera Caterina era molto nervosa. Giacomo, il
suo amico del liceo e neofidanzato da qualche mese, le aveva rivelato
di avere una sorpresa per lei e allora voleva che tutto fosse
perfetto. Si era avvicinata a lui durante l’estate appena trascorsa
ed ogni sera era l’occasione per entrambi di spiare i respiri, le
intenzioni, le confessioni l’uno dell’altro. Raggiunse dopo
qualche minuto il ragazzo che l’aspettava sotto il portone di casa.
- Ecco la mia biologa preferita! – esclamò lui
appena la vide entrare in macchina
- Ah calcolando che ho seguito giusto il primo
giorno di corso, direi che in biologia sono un asso.
- Sei bellissima! – le sussurrò lui
all’orecchio avvicinandosi lentamente – Sei un angelo!
- E tu sei un adulatore.
- Gli adulatori impazziscono facilmente, sai?
Soprattutto davanti a questa bellezza e poi questo profumo! -
continuò il ragazzo portando le sue labbra sul collo di lei mentre
con una mano le spostava i capelli
- Piano. – sospirò lei chiudendo gli occhi e
sorridendo – Sono curiosa della tua sorpresa.
- Beh, per quella dobbiamo andare a casa mia.
Come al solito mia madre non è in casa e … - accarezzando le
bretelle del reggiseno di Caterina per poi iniziare a baciarle
continuò sussurrandole all’orecchio – la mia sorpresa va
gustata fino e in fondo.
Il consenso leggibile dagli occhi di Caterina
incentivò Giacomo a non perder tempo e a mettere in moto la macchina
dirigendosi verso casa. Nel frattempo il telefonino di Davide
continuava a lampeggiare vibrando. Un messaggio ricevuto.
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