“Ti aspetto tra dieci minuti fuori la
Caffetteria Vespucci e non voglio storie, sono già in cammino!
Laura”
Davide rimase stupito. E’ un ragazzo pigro, che,
anche a causa dei suoi centosessantadue chili, raramente esce da
casa o accetta gli inviti degli amici a spostarsi eppure in quel caso
si vedeva costretto a farlo. Non era entusiasta, ma indossò al volo
il pantalone di una tuta con una maglietta e si diresse verso la
porta di casa.
- Davide, dove vai? – gli domandò la sorella
- Raggiungo un secondo un’amica in caffetteria,
torno tra un po’!
- Ma come, Davide! Dovevi aiutarmi con la
versione di latino stasera. Domani che dico alla Saponero?
- Magari che è esagerato assegnare una versione
il primo giorno di scuola. Mi spiace Carlotta
- Proprio stasera San Gennaro doveva fare il
miracolo e farti uscire da casa mi domando io!
- Signorina, fai poco la spiritosa e avvisa tu
mamma e papà altrimenti quest’anno niente lezioni gratuite di
matematica.
- Così non vale, però, giochi sleale!
Ricattatore!
- Antipatica e approfittatrice! – ribatté lui
scherzoso
Il ragazzo si affrettò a raggiungere la caffetteria
trovandoci già al tavolo Laura, intenta a girare il cucchiaino nel
suo caffè alla nocciola, il suo preferito. Trepidava, non appariva
minimamente stanca per la giornata universitaria appena trascorsa.
Quel sorriso quasi contagioso disegnava i lineamenti del suo volto e
l'assenza anche del minimo segno di trucco risaltava la naturalezza
del suo stile.
- Era ora! – gli disse lei sorridendo
- Ho fatto il prima possibile. Perché credevi ti
dessi buca?
- Assolutamente no, ci avrei scommesso casa! A
proposito di casa c’è un motivo per cui ti ho fatto venire qui a
quest’ora.
- Spero valido, anche perché altrimenti avrò
sulla coscienza una versione di latino. – sghignazzò Davide
- Posso farti prima una domanda che sto
scoppiando da stamane? - chiese allora Laura
- Addirittura?!? Spara! – rispose lui
- Tu ci tieni ancora a Caterina Bellaria? Ci
stavi insieme, no? Quella della tua classe!
Davide sospirò accennando un lieve sorriso prima di
prendere la parola.
- Sai che sto iniziando a pensare che tu sia la
sorella gemella di Enrico? Laura, io e Caterina non siamo mai stati
insieme, abbiamo solo condiviso un periodo della nostra vita, siamo
stati molto amici, ma ora è finita!
- Fossi in te farei attenzione! – sussurrò la
ragazza avvicinando lentamente le labbra al viso di lui e coprendo
la sua bocca con una mano
- Guarda che a me non interessa lei cosa va
facendo in giro e poi a cosa dovrei fare attenzione?
- A Caterina. Diciamo che eravate due amici
inseparabili al liceo, poi lei ha trovato chi la faceva divertire
come si deve, un buon partito, e ora è ben accasata con il figlio
dell'assessor De Rosa, Giacomo mi pare si chiami. Che antipatico!
Guarda, a me lei non è mai stata tanto simpatica, anzi, e poi
diciamoci la verità, prima Dario Martini, poi Claudio Migliacci,
poi la simpatia con te ed Enrico, ora anche Giacomo. Una così …
Il silenzio divenne tombale e la tristezza si stampò
sul volto del ragazzo, quando Laura, probabilmente accortasi del
disagio di Davide, continuò.
- Ok, scusa, non volevo essere invadente, è che
ora siamo amici e io sapevo questa cosa e … ecco volevo solo
accertarmi che tu stessi bene.
- E tu mi hai fatto venire qui per questo? -
chiese allora Davide
- No! Giuro.
- Ecco, allora invece di preoccuparti per me così
amorevolmente dimmi perché stiamo qui.
- Ho una proposta da farti. - azzardò entusiasta
lei
- Sono tutto orecchie …
- I miei sono in ferie fino a fine settembre ed
io sono a casa mia sola con mio nonno. Oggi appena tornata
dall’università gli ho chiesto se qualche sera potevo organizzare
una festa con i nostri amici di corso, ho un cortile immenso, una
piscina e lui ovviamente mi ha detto di si. Penso sia un’idea
stupenda per conoscere un po’ di gente, che ne pensi?
- Non ce la fai proprio tu a non fare
amicizia con le persone, vero?
- Rispondimi e non fare il vago, signor
ingegnere, che ne pensi?
- Penso che è presto e che rischi di riempirti
casa di sconosciuti tra i quali dubito anche riusciremmo a trovare
degli amici.
- Altro che ingegnere, a te Leopardi ti devo
chiamare! Davide ma tu mica puoi vivere così? Devi aprirti al
mondo, alle persone, devi conoscere, imparare, ascoltare storie,
altrimenti rischi di rimanere fermo, immobile nella tua
cameretta, un eremita. Io penso che tu abbia anche bisogno di
lanciarti nella folla!
- Guardami Laura, guardami bene, io tra la folla
ci vado stretto! - ribatté lui
- Io posso solo immaginarlo come ti senti.
- Per quanti chili mi porto dietro, intendi? Vuoi
sapere perché ho uno spirito da eremita? - Davide trovò
l'inaspettato sfogo nelle parole a Laura - Odio gli occhi della
gente, odio quei sorrisi che cercano di nascondere appena mi vedono,
odio la compassione, quasi riesco a leggere ogni volta nei loro
pensieri “Poverino, guarda in che condizioni è ridotto!”. Odio
anche le cose che dovrebbero essere consuetudine, odio incastrarmi
nella poltrona di un cinema, prendermi quasi due posti sull'autobus,
fingere che tutto sia normale. Credi ancora che per me sia così
semplice aprirmi al mondo, ascoltare storie o conoscere persone?
- Inizia a farlo! - lo interruppe Laura seriosa –
Non domandarti cosa succederà e come, inizia, inizia a vivere per
come sei. - cercò poi di smorzare i toni – E poi come faccio io a
fare tutto da sola? Ho bisogno di te.
Lo sfogo di Davide trovò rifugio nelle parole di
Laura che, presa la mano del nuovo amico, continuò.
- E poi devi aiutarmi a trovare un fidanzato, è
fondamentale!
- Ah si? - sorrise lui - E come lo vorresti
questo fidanzato? Sentiamo …
- Semplice, la parola d’ordine è:
tremendamente bastardo!
Nel frattempo Caterina e Giacomo arrivarono a casa
di lui. Gli occhi del ragazzo non si distoglievano da lei, da quel
fascino così femmineo, colpito dal profumo dei suoi capelli, della
sua pelle. Avvicinarono i loro corpi lentamente, lasciarono guidarsi
da quella passione così sregolata, così improvvisa, calda mentre le
mani di lui lentamente spogliavano il corpo di lei e le sue labbra si
posavano sul suo seno.
- Ci tengo davvero a te, Caterina, da morire. –
le continuava a sussurrare lui
- Anche io! – sospirò lei lasciando cadere il
suo vestitino
- Sarà perfetto, te lo giuro, tutto sarà
perfetto! – sussurrava Giacomo baciando ogni centimetro del corpo
della ragazza – Sarai il mio mondo ed io il tuo, e nient’altro
intorno, solo io e te. Non lasciarmi mai, mai, non lasciarmi mai. –
continuava conducendo le sue labbra lungo il corpo di lei
- Mai. Sarò per te l’amore, Giacomo. – sillabò la ragazza chiudendo gli occhi e conducendo il suo capo all’indietro avvolta dal piacere che le stava regalando Giacomo.
- Mai. Sarò per te l’amore, Giacomo. – sillabò la ragazza chiudendo gli occhi e conducendo il suo capo all’indietro avvolta dal piacere che le stava regalando Giacomo.
La notte portò via così una giornata intensa tra i
pensieri di Davide e l’entusiasmo di Laura, tra la passione che
coinvolgeva sempre di più Caterina e Giacomo e la paura di Enrico
che nulla potesse più tornare come prima in quel gruppo di amici un
tempo così uniti.
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